I nuovi membri della Camera e del Senato del 116° Congresso Usa hanno prestato giuramento dando inizio alla nuova legislatura.
Le elezioni di Midterm dello scorso 6 novembre hanno restituito il controllo della Camera ai democratici (235 seggi contro 199), mentre i repubblicani hanno aumentato la maggioranza al Senato di due seggi (53 contro 47).
Tuttavia la situazione di Congresso diviso non è l’unica novità di questa legislatura, che si caratterizza innanzitutto per il numero record di donne (127), e di esponenti delle minoranze.
Tra le neo-elette troviamo, infatti, le prime due native americane, Sharice Davids e Deb Haaland, e le prime due musulmane, Ilhan Omar (ex rifugiata somala e prima ad indossare l’hijab al Congresso) e Rashida Tlaib (che aveva annunciato di voler giurare su una copia del Corano).
La più giovane ad entrare al Congresso nella storia degli Stati Uniti è Alexandra Ocasio-Cortez (29 anni), eletta durante le elezioni di metà mandato a New York per la Camera.
La “portoricana del Bronx che alla morte del padre interrompe gli studi, si mantiene servendo ai tavoli, fa attivismo e domani potrebbe fare la Storia come candidata più giovane mai eletta al Congresso”, come si definisce lei stessa, è già considerata un astro nascente del partito democratico, agguerrita e pronta a battersi per l’assistenza sanitaria per tutti e l’abolizione della polizia anti-immigrati.
La diversità non è invece, purtroppo, una peculiarità del partito repubblicano, i cui rappresentanti al Congresso saranno per il 90% uomini bianchi.
Ad essere eletta “speaker”, nonché terza carica dello Stato, della Camera dei Rappresentanti è Nancy Pelosi, nota esponente dei democratici che potrebbe sfidare Donald Trump nelle elezioni presidenziali del 2020.
“Entriamo in questo nuovo Congresso con un senso di grande speranza e fiducia per il futuro. La nostra nazione è in un momento storico. Due mesi fa, il popolo americano ha parlato e ha chiesto una nuova alba”, sono le parole che la neo-speaker pronuncia durante il suo discorso.
Rivendica e sottolinea inoltre l’importanza del sistema di “check and balances”, controlli e contrappesi, meccanismo che caratterizza i rapporti tra poteri negli Usa, e che sarà fondamentale durante questa legislatura, vista la situazione di “governo diviso” che si è creata in seguito alle elezioni del 6 novembre.
La prima battaglia che i democratici si troveranno ad affrontare è quella per il bilancio annuale, la cui mancata approvazione da parte del Congresso ha portato allo “shutdown” che da due settimane paralizza le attività federali e che renderà necessario un approccio condiviso tra i due partiti per superare l’impasse.
I prossimi giorni saranno dunque decisivi in tal senso.