Il nuovo talento di cui parliamo oggi è originario di Sapri, in provincia di Salerno, quindi nel Cilento. Si chiama Emanuele Montesano.
I suoi esordi sono stati in collaborazione con diverse band. Inizialmente gli Edèma, coi quali ha pubblicato il disco L’assenza, poi con gli Aksak con cui ha fatto uscire l’album Blindmen still running for faith. Citiamo anche gli Orpheus, coi quali ha vinto il primo posto al Festival di Pietrasanta e il secondo posto a Musicalmente Policastro. Ha fatto parte anche degli Halèsia Acoustic Trio e dei Symmetry Muse Tribute. Inoltre, ha aperto i concerti di artisti come Finley e Caparezza.
Pure se si è avvicinato alla musica suonando il pianoforte dei nonni, come ha raccontato lui stesso però, le sue influenze musicali erano rock e metal, e si ispirava a gruppi come gli Afterhours, i Timoria, ma anche Bryan Adams e i Placebo. A sedici anni ha iniziato a prendere lezioni di canto, pianoforte e chitarra.
Oggi, trentenne, e abbandonata la carriera con le band, ha deciso di cimentarsi in un lavoro tutto suo, che ha intitolato Origine. Il suo significato è facile da spiegare, come racconta Emanuele: la speranza è che questo per lui sia l’inizio di un viaggio da solista, un’origine appunto.
Cantautore e musicista, ha scritto tutti i testi (ad eccezione di due cover, I’m on fire di Bruce Springsteen e Purple rain di Prince), in collaborazione con l’arrangiatore e chitarrista Domenico Anastasio. In totale l’album è composto da otto canzoni comprese le sopracitate cover, e il singolo che lo ha anticipato si chiama semplicemente Vita. La regia è affidata a Creative, guidata da Alessandro Galdieri e Valentina Schiavo.
Anticipato su RockON e girato sempre a Sapri, trae spunto da una vicenda personale: un amico di Emanuele ha infatti perso la vita in un incidente stradale, e il testo tratta proprio questo, di una madre che non riesce ad accettare la perdita del figlio, ma che può rivederlo ogni notte nei suoi sogni, consapevole quindi che lui le sarà sempre accanto e l’aiuterà a sopravvivere. Per lui è stato un modo per elaborare il lutto, per esorcizzare il dolore: una canzone nata nella notte della scomparsa dell’amico, per cercare di trovare un senso a ciò che spesso un senso proprio non ha.
In generale, i temi dei vari pezzi spaziano fra storie di vita vissuta e temi di emarginazione sociale. Spicca fra gli altri il brano Never end, che è in realtà una lettera scritta da un’amica al fidanzato, che poi ha chiesto ad Emanuele di musicare. Magistrale è anche l’interpretazione di I’m on fire, la voce accompagnata dalla sola chitarra. Chiude l’album la seconda cover di Prince.
Abbiamo dunque un nuovo inizio, e vale la pena continuare a seguirlo.
https://www.youtube.com/watch?v=0mhHGJ8biPw