Diga del Liscione: il disastro di Genova e il terremoto del 14 agosto ripropongono l’importante questione sulla sicurezza dei viadotti sull’invaso molisano.
La strage sul ponte di Genova e la forte scossa di terremoto della tarda serata del 14 agosto, hanno messo in allarme la popolazione residente sul territorio che insiste sull’invaso del Liscione nella provincia di Campobasso e che quotidianamente percorre il ponte per raggiungere Termoli, Campomarino e altri importanti centri sull’Adriatico nonché l’Abruzzo.
Diga del Liscione, opera di ingegneria idraulica degli Anni sessanta
Il lago di Guardialfiera o del Liscione è un invaso artificiale la cui realizzazione inizia sul finire degli anni sessanta allo scopo di innalzare una diga sul fiume Biferno e fornire acqua potabile ai comuni circostanti. Per realizzare il lago – la cui superficie è di 7,45 km quadrati e la cui profondità massima supera i 60 metri – venne all’epoca sommerso un antico ponte romano visibile nei periodi di secca dell’invaso.
Un’imponente opera di ingegneria idraulica, sicuramente la più significativa per il Molise e una delle più importanti per il centro – sud che venne realizzata per procurare acqua a usi domestici, agricoli e industriali per Termoli, Campomarino, Portocannone, San Martino in Pensilis, Larino, Ururi e Guglionesi e su cui si eleva un importante sistema di viadotti della strada statale 647 Fondo Valle del Biferno, una delle principali del Molise.
Quotidianamente i viadotti sono attraversati dai residenti che li utilizzano per muoversi sul territorio, dai turisti che raggiungono i più importanti lidi molisani come Termoli e Campomarino e da molti autotreni che raggiungono la zona industriale di Termoli.
Viadotti sulla diga del Liscione, la cittadinanza si chiede quanto siano sicuri
Attraversare con l’automobile il tratto di strada Bifernina che sovrasta il lago artificiale di Guardialfiera è sicuramente affascinante e suggestivo per il paesaggio che si offre alla vista degli automobilisti, ma il disastro di Genova e le scosse di terremoto che interessano quella zona fanno anche riflettere su quanto siano sicuri o meno quei viadotti sospesi con i piloni all’interno del lago.
Un allarme che certamente si acuisce a seguito dei tragici fatti di cronaca del terribile 14 agosto a Genova, ma che non è del tutto nuovo. Periodicamente si ripropone la questione sulla sicurezza e sulla manutenzione.
Nel 2001 era stato avviato un progetto per la realizzare una bretella ai margini del lago, per eliminare il tratto che insiste sulle acque del lago. L’allora presidente dell’Anas D’Angiolino, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Micheli e la Regione Molise, avevano anche ipotizzato un raddoppio nel tratto che collega Guglionesi con Lupara, in modo da by – passare il viadotto sul Liscione.
Nel 2016 Vincenzo Di Sabato del Centro Studi Molise “N. Perrazzelli” di Guardialfiera, aveva diramato a mezzo stampa locale un’accorata nota sulla sicurezza del viadotto nella quale scriveva: “il calcestruzzo armato, lì, è corroso, si distacca, e s’incrociano calcinacci sulla vegetazione sottostante. E chissà cosa si nasconderà dentro e attorno ai pilastri, sepolti nel buio dei fondali, per decine di metri, da 147 milioni di mc. d’acqua che, silenziosamente, agisce come veicolo di sostanze aggressive. In superficie intanto le anime di ferro hanno perforato il conglomerato cementizio, e la ruggine ne ha modificato il colore. Il processo invasivo per l’accumulo di elementi e di organismi chimici, fisici e meccanici, è palese. E testimonianza inquietante di tutto questo introibo, rimbalza feroce dal filmato, tuttora fruibile, che “Primonumero” ha posto in rete fin dal 25 ottobre 2013, tre anni fa! Da quell’avvertimento non vorremmo prefigurare scenari tragici, ma non riusciamo neppure a convivere con un problema psicologico che ci frustra in ricorrenti tensioni emotive“. (leggi la nota integrale qui)
Il 26 aprile scorso una scossa di terremoto e uno sciame sismico con epicentro tra Acquaviva Collecroce e Guardialfiera aveva posto l’attenzione sulla sicurezza con il deputato Cinque Stelle Antonio Federico che aveva posto l’accento sul mancato collaudo della diga con interrogazioni sul tema ma ricevendo rassicurazioni da Molise Acque, l’azienda speciale della Regione che si occupa della gestione dell’invaso e dell’impianto di potabilizzazione.
Al via i controlli per la sicurezza della diga del Liscione
Aida Romagnuolo, capogruppo della Lega in Consiglio Regionale, ha chiesto verifiche sul viadotto del Liscione per tranquillizzare la popolazione già abbastanza sconvolta dai tragici eventi di cronaca.
Il presidente della Regione Molise, Daniele Toma, ha fatto sapere che la macchina dei monitoraggi e della sorveglianza si è già messa in moto immediatamente dopo la scossa che ha colpito Montecilfone e dintorni.