giovedì, Marzo 28, 2024

Il caso Buscemi arriva in Parlamento

Mobilitazioni, querele, minacce e dichiarazioni sui media. La nomina ad assessore della cultura Del Comune di Pisa di Andrea Buscemi, attore teatrale condannato dalla Corte d’Appello a risarcire la sua ex fidanzata per le azioni di stalking subite è diventato un vero e proprio caso, di cui si è parlato al Parlamento Europeo e di cui si parlerà nei prossimi giorni anche alla Camera dei Deputati. La protesta è stata portata avanti in questi mesi dalle associazioni sociali, in particolare dalla Casa della Donna che ogni giorno si occupa di dare assistenza alle donne vittime di minacce, stupri e violenze domestiche. Una nuova mobilitazione è in programma anche per oggi, martedì 25 settembre: una protesta, la quinta in pochi mesi, che si svolgerà durante il Consiglio comunale, con una sedia rossa vuota al centro della piazza “a ricordare le tante donne che in Italia subiscono violenza” spiega la coordinatrice del centro antiviolenza, Giovanna Zitiello.

La violenza di genere è in aumento

Sono veramente tante le donne che nel nostro Paese subiscono violenze da sconosciuti, partner o ex partner. Violenze che si traducono in stupri, stalking ma anche in omicidi. Il fenomeno del femminicidio è in crescita in Italia e sono in rialzo anche i dati relativi ai reati ad esso correlati. Secondo un recente rapporto stilato dal Viminale, infatti, negli ultimi anni è stata registrata un’impennata preoccupante di reati che vanno dallo stalking allo stupro, dalle percosse al femminicidio. In questo contesto il ruolo di associazioni come la Casa della Donna di Pisa sono fondamentali per dare sostegno alle donne in difficoltà e in molti casi hanno impedito il degenerare di alcune situazioni. Per questo molti cittadini e la stessa associazione si sono mobilitati contro la nomina ad assessore alla cultura di Andrea Buscemi, per il quale sono stati accertati fatti di stalking nei confronti dell’ex fidanzata. La questione è stata portata da una delegazione della Casa della Donna anche al Parlamento Europeo come violazione dell’articolo 5 della Convenzione di Instanbul, contro la violenza sulle donne. La convenzione è entrata in vigore nel 2011 ed è stata ratificata anche dall’Italia. “L’articolo 5” spiega Carla Pochini, presidente della Casa della Donna, “impone agli Stati firmatari di astenersi da qualsiasi atto che costituisca una violenza nei confronti delle donne e chiede ai governi nazionali di impegnarsi per garantire che le autorità, i funzionari, i rappresentanti statali, le istituzioni e ogni altro soggetto pubblico che agisca in nome dello Stato si comportino in conformità con tale obbligo”. 

I fatti

Andrea Buscemi, accusato nel dicembre 2009 di stalking dalla ex fidanzata Patrizia Pagliarone, era stato assolto in primo grado per “fatti anteriori al 25 febbraio 2009 perché il fatto non era previsto dalla legge come reato”. La legge è entrata in vigore dopo e nella stessa sentenza la Corte di Pisa ha stabilito di non dover procedere contro Buscemi per “estinzione del reato per prescrizione per i fatti successivi”, condannandolo “al risarcimento dei danni a favore della parte civile da liquidarsi in separata sede”. In Appello, infine, è stata riconosciuta e documentata la sua condotta lesiva e, nonostante la prescrizione, Buscemi è stato condannato a risarcire le spese processuali alla sua ex fidanzata.

Il caso arriva in Parlamento

La pesante situazione di Pisa è stata colta anche da molte altre associazioni e da alcune parlamentari che da anni lavorano per combattere la piaga della violenza sulle donne. Nei giorni scorsi è stata presentata a tal proposito un’interrogazione dalla deputata del Pd Susanna Cenni per chiedere al Presidente del Consiglio di occuparsi del caso il prima possibile. A rendere più rovente la situazione pisana sono state le ultime dichiarazioni che l’assessore Buscemi ha rilasciato alla stampa, minacciando di non erogare i contributi pubblici alla Casa della Donna di Pisa se non cambiano i vertici, ma anche il tentativo di effrazione subito dal centro qualche giorno fa. “Quella che stanno vivendo le operatrici e le attiviste dalla Casa della Donna” racconta la deputata Pd Susanna Cenni “è una situazione di forte tensione, peggiorata ulteriormente dal tentativo di effrazione verificatosi nei giorni scorsi. Al centro, che da anni è un punto di riferimento per le donne vittime di violenze e stalking ma anche per la promozione di un’educazione di genere, va tutta la nostra solidarietà, ma c’è bisogno di maggiori sicurezze e tutele per le operatrici di un’associazione che dovrebbe essere anche un interlocutore istituzionale”. 

Le numerose proteste dei cittadini, uomini e donne, e delle associazioni che si sono susseguite in questi mesi a Pisa hanno l’obiettivo di far dimettere l’assessore Buscemi.“A luglio scorso” racconta Cenni “sono state consegnate al Sindaco di Pisa Michele Conti ben 37 mila firme in cui si chiedevano le dimissioni di Buscemi. Il messaggio che sta passando con la sua nomina ad assessore della cultura è totalmente sbagliato e fuorviante. Non è indifferente, infatti, che un assessore alla cultura, che dovrebbe dare adeguati messaggi socio-culturali alla società, sia stato al centro di un caso di stalking. Noi crediamo che il Sindaco debba occuparsi della situazione e prendere atto delle richieste di buona parte dei cittadini pisani”. 

“Risulta abbastanza incomprensibile” dice Cenni “il fatto che il Sindaco di Pisa fino ad oggi abbia mantenuto una posizione di neutrale compiacenza, dimostrando di non volere affrontare in maniera seria questa gravissima situazione nonostante una richiesta bipartisan di dimissioni emersa da donne di tutte le aree politiche“. Per questo la parlamentare, insieme ad altri colleghi ha ritenuto importante portare il caso in Parlamento. “Chiediamo al premier Conte che ha la delega alle pari opportunità, e al sottosegretario” spiega Cenni “di occuparsi e di fare luce sulla vicenda, soprattutto in merito alle gravi dichiarazioni rilasciate da Buscemi nei giorni scorsi in merito al possibile taglio dei contributi pubblici alla Casa della Donna. I contributi, infatti, non sono discrezionali ma vengono assegnati in base a degli indicatori ben precisi. Parliamo di un’associazione che si occupa di pari opportunità e di contrasto alla violenza sulle donne. Chiarire questa vicenda è un passo necessario per tutelare il ruolo delle istituzioni, che devono rappresentare un fondamentale presidio a difesa dei diritti di tutti i cittadini, delle donne quotidianamente impegnate contro la violenza e soprattutto di tutte le donne vittime di stalking e violenza”. 

Il tema della violenza sulle donne è ancora molto scottante in Italia e secondo la deputata, che da anni porta avanti un lavoro istituzionale per favorire la tutela delle donne, “è necessario lavorare per costruire una cultura di rispetto tra i generi”. “Certo” conclude Cenni “sono necessarie anche misure di sicurezza, ad esempio una maggiore illuminazione dei quartieri, ma le cose potranno cambiare solo se si promuove una corretta educazione al rispetto dei generi fin dalle scuole dell’infanzia”. 

 

 

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