giovedì, Marzo 28, 2024

Cambia lo spesometro: alcune variazioni, ma per molti è un salto all’indietro

ROMA – Si dice, a volte, che è necessario fare un passo indietro per andare nella direzione giusta. Ed è quello che si sta pensando di fare, per il prossimo anno, con lo spesometro, nel nostro Paese. La risoluzione di maggioranza approvata meno di una decina di giorni fa dalla commissione Finanze di Montecitorio fissa quattro punti per lo spesometro del 2018 e queste novità dovrebbero essere introdotte direttamente con i correttivi nella conversione in legge del decreto fiscale collegato alla manovra (D.l. 148/2017), ora all’esame del Senato. Tre piccoli punti che, ad un occhio poco attento potrebbero passare inosservati e che, noi, vi segnaliamo di seguito: 1) unico invio annuale (anziché semestrale/trimestrale) per la trasmissione cumulativa delle fatture sotto i 300 euro; 2) congelamento delle sanzioni per l’invio dei dati delle fatture del primo semestre 2017; 3) investimento sul fisco digitale attraverso l’e-fattura e i pagamenti telematici. In particolare sull’e-fattura, diffondere la sua obbligatorietà potrebbe portare alla soppressione dello spesometro per il 2019. Prima di continuare: cos’è lo spesometro? E’ un provvedimento fiscale italiano che non trova corrispondenze in altri paesi.Viene impropriamente definito spesometro la somma delle comunicazioni che i soggetti passivi di IVA devono presentare annualmente all’Agenzia delle entrate e, dal 2013, è ufficialmente denominato Comunicazione Polivalente, poiché il tracciato record delle informazioni unificato, ad esempio, alla comunicazione di acquisti da paesi in Black-List.

Soddisfatto del cambiamento il presidente del Consiglio Nazionale dei dottori Commercialisti, Massimo Miani, commenta: “Se ci avessero ascoltati prima saremmo arrivati allo stesso punto in cui ci troviamo oggi evitando, però, il disagio provocato alle imprese e ai professionisti”. E un po’ di polemica nel tono è inevitabile anche in chi si troverà a confrontarsi con i nuovi paletti della normativa: in molti, infatti, affermano che lo spesometro 2018 non si altro che un blando rientro al passato; l’emendamento al decreto legge fiscale è stato approvato oggi dalla commissione bilancio del Senato. “i contribuenti potranno trasmettere il necessario annualmente o semestralmente semplificando la procedura classica e utilizzata finora.” spiega il relatore del provvedimento Silvio Lai. “Inoltre, si offre la facoltà di riepilogo cumulativo di tutte le fatture di un’impresa inferiori a trecento euro”. E per gli errori commessi nell’invio dei dati delle fatture del primo semestre 2016, saranno abolite le sanzioni “purché” accondiscende Lai “tali errori siano sanati con un nuovo invio da effettuarsi entro febbraio 2018”. Una misura, quest’ultima, decisa dopo il caos dei mesi scorsi sull’invio delle fatture.

Tra le novità del decreto fiscale, collegato alla nuova manovra 2018, c’è poi la rottamazione bis anche per le vecchie cartelle (dal 2000 al 2016) per cui il PD Giorgio Santini ha prodotto personalmente un emendamento, per le quali la finestra si era chiusa a primavera. Ci sarà, inoltre, più tempo per aderire al provvedimento. Un altro degli 11 emendamenti votati oggi (si va dalle norme sullo stalking ad Alitalia, dalla cannabis a uso medico ad alcune misure che riguardano i vaccini), riscrive la rottamazione e sposta dal 31 dicembre al 15 maggio per tutti il termine entro il quale presentare l’istanza. La scadenza vale sia per chi viene ripescato o vuole mettersi a posto con i vecchi carichi dal 2000 al 2016, sia per chi vuole aderire per le cartelle ricevute quest’anno entro fine settembre. Ci sarà inoltre una settimana in più per pagare le prime due rate della rottamazione già scadute a luglio e inizio ottobre e rientrare nel programma. La scadenza della proroga slitta dal 30 novembre al 7 dicembre. La commissione Bilancio del Senato tornerà a riunirsi lunedì mattina e per tutta la giornata di martedì sul decreto legge fiscale. Mercoledì 15 novembre l’appuntamento al voto dell’Aula. Il governo, secondo quanto si apprende, non esclude di porre la questione di fiducia.

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