In 7 mesi 17.500 uscite
Estate pesante sotto il profilo dell’occupazione per il settore bancario. Da gennaio a luglio, secondo un’analisi dell’ufficio studi di First Cisl, sono stati 17.500 gli esuberi definiti: “un’ecatombe occupazionale”, sottolinea il segretario generale, Giulio Romani. Il tutto si traduce in un costo netto stimato per il sistema bancario che è superiore ai 2 miliardi di euro. Senza contare le uscite di Intesa Sanpaolo sostenute da 1,2 miliardi di intervento pubblico nell’ambito del salvataggio di Popolare di Vicenza e Veneto Banca.
I numeri più rilevanti di questo ‘tsunami’ iniziato ormai da anni, sono quelli riferiti ai gruppi bancari maggiori. Nel ripercorrere l’anno, a febbraio è stato il momento di Unicredit che contestualmente ad una ricapitalizzazione ‘monstre’ da 13 miliardi, ha sottoscritto un’intesa per 3.900 uscite aprendo l’utilizzo del Fondo di solidarietà di settore fino a 54 mesi.
Nei giorni scorsi l’accordo raggiunto in Intesa Sanpaolo, nell’ambito dell’operazione sulle banche venete, ha esteso l’utilizzo del Fondo fino a 84 mesi per la prima tranche da 1.000 esuberi e a 60 mesi per le successive 3.000 uscite. In quest’ambito resta l’incognita delle società rimaste fuori dal perimetro di Cà de Sass. A rischio sono 726 lavoratori a cui “serve dare urgentemente una risposta”, sottolinea Romani per non ripetere i casi di Hypo Alpe Adria o delle società satellite di Banca delle Marche.
Lato Siena il nuovo piano industriale del Monte prevede 5.500
esuberi, di cui si andrà a discutere nel breve. I sindacati sono stati convocati già la prossima settimana: mercoledì 26 e giovedì 27 il calendario degli incontri. Il piano di Rocca Salimbeni prevede già 1.200 uscite entro la fine dell’anno.
Guardando ai mesi passati, in primavera sono stati, invece, firmati piani di uscita in Banca Marche (270 risorse), Carichieti (69) e Banca Etruria (20) propedeutici all’integrazione in Ubi. Con l’acquisizione delle tre good bank Ubi ha aggiornato il piano industriale, annunciando 1.318 nuovi esuberi, che si aggiungono ai 700 ancora da concordare come cifra residuale delle precedenti previsioni.
Ci sono poi da considerare anche le 340 uscite sottoscritte a gennaio in Cariferrara, preliminare all’acquisizione della banca da parte di Bper. Altro fronte caldo è Carige: a febbraio l’aggiornamento del piano industriale aveva individuato ulteriori 155 esuberi che andavano ad aggiungersi ai 600 già preannunciati. Ora si parla di un possibile innalzamento fino a 900 uscite. 340 (l’accordo è di aprile) sono le uscite nell’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane (Icbpi) mentre 131 esodi sono stati concordati a maggio in CheBanca!. La Popolare di Bari ha, invece, annunciato circa 500 tagli. E si attendono novità sulle Casse di di Rimini, San Miniato e Cesena su cui c’è l’interesse di Credit Agricole: a Rimini si stimavano a inizio anno 90 esuberi, 120-140 a San Miniato.