Francia – presidenziali: Abbandonato dalla sua “famiglia politica”, Fillon si affida al giudizio dei francesi.

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François Fillon al Trocadero

Convocato per il prossimo 15 marzo dai giudici nell’ambito del penelopegate, François Fillon ribadisce di essere stato eletto democraticamente e riconosce solo il tribunale del popolo francese.

 

 

Il vincitore delle primarie: “non sono solo”

“Non cederò” aveva detto, mercoledì scorso, in conferenza stampa François Fillon dopo essere stato convocato dai giudici nell’ambito dell’inchiesta riguardante gli impieghi parlamentari fittizi della moglie Penelope. “Non ritirerò la mia candidatura perché non ho niente da rinfacciarmi; sono innocente sul piano legale” ha ribadito su France 2 domenica dopo avere radunato nel pomeriggio decine di migliaia di sostenitori alla manifestazione organizzata al Trocadéro in suo sostegno. François Fillon tenta quindi di ricompattare quella che chiama la sua “famiglia politica” e denuncia il calendario giudiziario che gli viene imposto e lo definisce un “furto democratico”; un argomento di difesa che non convince del tutto numerosi suoi sostenitori che mano a mano stanno prendendo le distanze.

Il piano B, Juppé: “confermo una volta per tutte che non sarò candidato”

Defezioni di Fillon che, fino a ieri, auspicavano  una spontanea candidatura di Alain Juppé, il secondo arrivato alle primarie e che questo lunedì ha messo la parola fine a settimane di illazioni riguardante una sua ipotetica candidatura. “ Non sono in grado di ricompattare un partito con un progetto che non è il mio. Io non incarno il rinnovo, è troppo tardi per me” per poi denunciare l’impasse nella quale si trova Fillon, reo di avere sprecato la “strada spianata” che aveva all’indomani della primaria e di essersi diffeso dalle accuse con la teoria del complotto.

 

Verso un piano C ma anche no.

In un comunicato stampa di questo lunedì, l’ex presidente Nicolas Sarkozy ha invitato François Fillon e Alain Juppé ad incontrarsi per trovare una “via d’uscita degna e credibile da una situazione che non può più durare”. Una via d’uscita che potrebbe essere la scelta di un nuovo candidato del calibro di François Baroin o di Jean-Louis Borloo. Una soluzione ad alto rischio per i repubblicani sia per la tempistica che per l’indisponibilità finanziaria. Difatti oltre a dovere raccogliere 500 firme di eletti politici in meno di 10 giorni (la scadenza è per il 17 marzo), il prescelto avrebbe solo 48 giorni per presentare un suo programma per mezzo di una campagna elettorale low cost; perché le regole delle primarie sono chiare: i benefici dell’elezione servono a finanziare la campagna del vincitore, del determinato Fillon, appunto.