Kandararu Rajeevarau, il sacerdote capo del tempio, nonostante dissidente, aveva dichiarato che la comunità tantri, che ha la gestione del sito religioso, accetterà la volontà della Corte. Il presidente dei Bramini del Kerala, Karinmpuzha Raman, ha invece detto che la sua organizzazione si opporrà alla sentenza.

L’apertura del Tempio due giorni fa è diventato un terribile momento di proteste, violenze e repressioni che ad oggi ancora non si placano.

Fuori dal noto tempio, una folla di fedeli ha lanciato pietre e oggetti contro un gruppo di donne induiste impedendo l’ingresso. Finora nessuna donna è riuscita a entrare nel tempio, proprio a causa delle proteste.

13 poliziotti e 200 manifestanti sono stati feriti negli scontri.

Dei gruppi hanno bloccato un autobus di pellegrini, nel quale c’erano uomini e donne. “Abbiamo arrestato sette persone”; ha dichiarato il capo della polizia Manoj Abraham. “Chiunque voglia andare al tempio, lo potrà fare senza ostacoli”, ha assiunto.

Ma gli oppositori della riforma sono ben determinati.

La Commissione nazionale per le donne ha esortato la polizia del Kerala a garantire la sicurezza e rigore contro chi  ostacola l’applicazione della legge.

Un governo di atei non ha il diritto di decidere sulle abitudini e sui rituali dei credenti di Sabarimala

Il leader indù dell’organizzazione Aikya Vedi( movimento nato per preservare il vero patrimonio culturale del Kerala), KP Sasikala, afferma che un governo di atei non ha il diritto di decidere sulle abitudini e sui rituali dei credenti di Sabarimala.

Se il Governo continua a ignorare i sentimenti dei devoti Ayyappa, sarà l’ultimo governo al mondo a essere guidato da atei, sostiene.

Se il governo assicura con la forza l’ingresso di donne di tutte le età a Sabarimala, le donne del governo non potranno più entrare nell’Assemblea di Stato. I posti occupati nel governo saranno purificati, lei dice.

Il governo ha fallito nel tutelare i diritti democratici dei devoti Ayyappa non tenendo discussioni con i rappresentanti dei devoti, dei sacerdoti, delle organizzazioni religiose e dei membri della precedente famiglia reale di Pandalam, osserva.

È tempo di ricreare uno Stato purificato dalle contaminazioni, dice.

Il governo, secondo lei, ha violato la fede religiosa e i diritti fondamentali dei devoti.